Un viaggio speciale nell’universo: i non vedenti al planetario di Isnello
Utilizzata una navicella che trasforma la luce dei corpi celesti in suoni
di Anna Cane da Giornale di Sicilia 09/12/2021
Hanno fatto un viaggio attraverso il Sistema Solare e hanno provato emozioni nuove e forti. Un gruppo di ragazzi della sezione palermitana dell’unione italiana Ciechi e ipovedenti, quasi tutti studenti, hanno fatto visita al planetario astronomico Gal Hassin di Isnello. Hanno fatto un viaggio spaziale all’interno di una navicella, dotata di uno strumento capace di trasformare la luce dei corpi celesti in suoni. Anche le persone non vedenti hanno potuto così esplorare l’universo. Ad ogni stella corrispondeva una nota musicale a seconda del colore, mentre il volume ne indicava la luminosità e la posizione sulla volta celeste veniva resa attraverso il sistema audio surround del planetario.
C’era anche un’interpretazione sonora degli otto pianeti attorno al Sole e delle loro orbite e in sottofondo la narrazione di un esperto astrofisico. Lo spettacolo risultava così fruibile per tutto il pubblico, anche senza l’uso della vista. Molti ragazzi hanno conosciuto un’eccellenza siciliana che rischia però di chiudere senza un adeguato supporto finanziario regionale che al momento non c’è. «Siamo stati all’interno di una camera immersiva e improvvisamente siamo entrati in una dimensione fantastica – dice entusiasta Daniela Nuccio studente al Conservatorio di musica Alessandro Scarlatti – Ad ogni stella corrispondeva un suono e se l’astro aveva una temperatura più alta anche il suono diventava più alto. È stata un’esperienza unica». Anche il diciannovenne Antonino Martorana descrive il viaggio virtuale come un insieme di sensazioni fortissime: «Ho due passioni nella vita: la musica e l’astronomia – dice -. E quest’avventura mi ha permesso di viverle insieme».
Carmelo Catanese, studente ventenne di Scienze motorie, dice di non aver mai provato nulla di simile. Il più giovane del gruppo è Ivan Gaetano Migliore che deve ancora compiere 17 anni e frequenta il liceo classico Vittorio Emanuele II. «lo sono ipovedente – commenta il giovane – e un po’ di residuo visivo l’ho ancora ma in questo caso non serviva. Cera così tanto coinvolgimento degli altri sensi che tutto era chiaro anche ad occhi chiusi».
Maria Caruana dice di essersi sentita dentro ad un sogno. «Ero all’interno di un cielo stellato e mi sento ispirata ora a scrivere una nuova poesia – dice -. La mia vita è sempre stata attiva ma ultimamente anche noi non vedenti e ipovedenti possiamo coltivare le nostre passioni e avere accesso alla scienza, all’arte e alla cultura.
Abbiamo tanto da imparare e anche tanto da dare».
Le parole di Maria sintetizzano l’impegno che l’Unione italiana ciechi sta portando avanti da anni per trovare la chiave di accesso a tutte le sfere della conoscenza e della cultura per i non vedenti. «L’entusiasmo dei ragazzi – spiega il presidente dell’unione italiana ciechi e ipovedenti della sezione territoriale, Tommaso Di Gesaro – è la prova che curiosità e voglia di sapere non hanno limiti e sono diritti dì tutti. Dopo questa esperienza, stiamo pensando di organizzare, in collaborazione con il planetario, corsi di astrofisica per ragazzi e ragazze non vedenti. Del resto esistono astronomi professionisti che come noi non vedono ma che, nonostante questo, hanno fatto dell’astrofisica il loro lavoro. In questo modo insegniamo ai giovani che nulla può fermare le loro ambizioni e con volontà e impegno, possono arrivare a tutto».
Le stelle da scoprire Grandi emozioni per tutti, Gaetano: «Era tutto molto chiaro anche a occhi chiusi»
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